sabato 24 aprile 2010

Lavatesta o ghigliottina?

Data la mia massa di capelli, quando vado dalla parruchiera, al lavatesta ci passo un po' di tempo ... Il sedile è bello comodo, ma il dramma comincia non appena appoggio il collo sull'incavo in ceramica del lavatesta, terribilmente duro e freddo! La mia capocciona è protesa all'indietro, fra le mani della shampista che fa con coscienza il suo lavoro ... ma via via che il tempo passa, sembra diventare sempre più pesante e il mio collo ne risente! Restando in questa inusuale posizione, sono anche obbligata a "mirare" l'immagine di una modella stragnocca, in formato iper-mega-gigante, che la parrucchiera ha deciso di collocare proprio davanti alla poltroncine. Avendo un volto alto quasi due metri, sono costretta a constatare quanto abbia un viso perfetto: occhi, bocca, denti ... per non parlare della pelle, nonchè i capelli ... ma già, dopotutto è appesa lì proprio per reclamizzare prodotti per chiome! Con tale confronto è facile sentirsi delle merdacce, quindi si aggiunge la sofferenza psicologica a quella fisica!

Sarà la posizione del collo, sarà la tortura psico-fisica, ma il mio pensiero va alla ghigliottina! Mi chiedo: chissà cosa provava il condannato quando appoggiava il suo collo nell'incavo del mortal strumento? brrr ... il pensiero mi raggela ... e mentre sono in viaggio a pescar ricordi dalla storia della rivoluzione francese e dalle puntate di LadyOscar, la shampista chiude il rubinetto e fa cenno di sollevarmi ... Un po' frastornata mi aggiusto l'asciugamano, poi mi alzo e tiro un bel sospiro di sollievo: dopo tutto ... sono stata graziata!

1 commento:

Anonimo ha detto...

ehehehehe

Vincenzo B.