domenica 4 aprile 2010

Gli altri siamo noi

Oggi, Pasqua, eravamo in tanti a fare servizio in mensa ... dopotutto la giornata è stata piovosa e pure un po' troppo fresca per essere primavera, quindi ci è costato poco sacrificio rinunciare al nostro nulla, ad un molto probabile pomeriggio ozioso o peggio ... noioso. Qui in mensa siamo una squadra, ed oggi, sarà anche perchè è giornata di festa, siamo più allegri del solito! Alle 17,30, come sempre, apriamo e cominciamo a servire: io distribuisco secondo e contorno. Le persone avanzano in fila indiana, i visi ormai quasi tutti noti; bisogna essere un po' rapidi nel servire, per non far inceppare il flusso e permettere a tutti di poter prendere il proprio pasto il prima possibile ... A me piace sempre regalare un sorriso ed augurare "buon appetito", oggi anche "buona Pasqua" ... le persone apprezzano, capiscono che stai vivendo il servizio e non semplicemente eseguendo un compito. Ad un certo punto mi si presenta davanti una persona che conosco e che non avrei mai pensato di trovare davanti a me, qui alla mensa ... ha gli occhi bassi, probabilmente mi ha riconosciuto e prova imbarazzo ... Rimango scossa, vorrei sparire per annullare il suo imbarazzo e nel frattempo mi chiedo cosa può esserle successo, perchè è qui ? Ma il concetto è un altro: finchè chi ha bisogno è straniero, estraneo o comunque lontano dal nostro "giro", tutto è normale, o comunque accettato ... poi, nel momento in cui ci si presenta un nostro "consimile", una persona che ritenevamo al nostro livello sociale, allora si sente il dramma, allora la cosa è grave, allora ci riconosciamo ed abbiamo paura! Ecco l'egoismo, la preoccupazione, in fondo, sempre per quello che viene a toccarci da vicino ... Ma "gli altri" sono tutti, non solo alcuni ... La preoccupazione per il fratello che soffre dev'essere la stessa che proviamo per noi stessi ... tanto, prima o poi, gli altri siamo noi ...

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